Il margine di contribuzione è un indicatore di profitto che serve a ripagare i costi fissi, i costi finanziari, straordinari e fiscali e lo possiamo ricavare con una semplice riclassificazione di bilancio.
Come puoi usare il margine di contribuzione?
margine di contribuzione
Il primo utilizzo l’abbiamo già visto, e ci permette di calcolare
cioè il livello di quantità o di fatturato che permette all’azienda di non subire perdite operative.
Un secondo aspetto è quello di sapere cosa fare quando un concorrente abbassa i prezzi.
Es un azienda ha questa struttura di costo:
PRODOTTO A
PRODOTTO B
PRODOTTO C
totale
MATERIE PRIME DIRETTE
6.000
7.500
1.000
14.500
MANODOPERA DIRETTA
3.000
4.500
1.500
9.000
COSTI FISSI SPECIALI DEI VARI COMPONENTI
2.000
6.000
1.500
9.500
COSTI GEN. COMUNI RIPARTITI SULLA BASE DEl COSTI DELLA MATERIA PRIMA DIRETTA
3.931
4.914
655
9.500
COSTO PIENO COMPLESSIVO DI PRODUZIONE
14.931
22.914
4.655
42.500
Il prodotto A si vende per 1.000 unita a 16 euro.
Che succede se il concorrente abbassa i prezzi da 16 a 14?
Se l’azienda mantiene il prezzo a 16 vende 750 unità di prodotto;
se scende a 14 mantiene le 1.000 unità;
che si fa?
Bisogna confrontare i due margini di contribuzione nelle ipotesi alternative.
UNITARIO
TOTALE
ALTERNATIVA 1
ALTERNATIVA 2
ALTERNATIVA 1
ALTERNATIVA 2
PREZZO UNITARIO
16
14
12.000
14.000
QUANTITA’
750
1.000
COSTO VARIABILE MP
6
6
4.500
6.000
COSTO VARIABILE MOD
3
3
2.250
3.000
MARGINE UNITARIO
7
5
MARGINE TOTALE
5.250
5.000
5.250
5.000
Come vedi confrontando i margini di contribuzione l’ipotesi piu’ conveniente è quella di mantenere il prezzo a 16 euro perchè garantisce un differenziale di margine di contribuzione di 250.
Da notare che in questa decisione non sono interessati né i costi fissi, né i costi comuni che rimangono uguali nelle due ipotesi.
ci sono altri modi per usare il margine di contribuzione?