Contabilità Analitica
La contabilità analitica serve per calcolarsi i costi dei prodotti e per controllare e ridurre i costi, attraverso gli standard di costo.
Come vedi dal grafico la contabilità analitica funziona cosi’:
ti sembra incasinata? Vediamo….
Intanto il costo puo’ essere
- Diretto o
- indiretto
rispetto a un prodotto o a un centro di costo
Un costo è diretto quando puoi trovare un legame causa effetto immediato ad es per un prodotto:
- il costo delle materie prime;
- il costo della manodopera diretta. Es interinali
- un ammortamento di una macchina che produce il prodotto
- i costi di trasporto
- le provvigioni degli agenti
un costo è indiretto quando manca questo legame o è troppo costoso crearlo ad es:
- Mezzi di servizio
- Manutenzioni ordinarie;
- Spese per uffici tecnici;
- Spese per la direzione tecnica;
- Progettazione;
- Direzione
A questo punto possiamo creare tre tipologie di costo del prodotto
- Direct costing puro
Si sommano i costi variabili diretti del prodotto
Ad es questo è un conto economico a direct costing
la lavanderia ha il 67,6% di margine mentre la tintoria ha il 78,1%, ma non sappiamo niente degli altri costi.
Il pregio del direct costing è che è semplice ed è relativamente facile recuperare i costi variabili diretti
Direct costing evoluto
Dopo i costi variabili si aggiungono i costi fissi diretti: ad es potrebbe essere cosi’:
adesso abbiamo il secondo margine che ha il vantaggio di avere tutti i costi diretti di produzione del prodotto o del servizio e ci racconta se c’è profitto o meno;
si vede che la tintoria ha un margine piu’ basso del lavasecco.
Ti consiglio sempre di calcolare il margine di 2° livello, io lo chiamo margine operativo perchè è quello che evidenzia se i tuoi prodotti sono redditizi.
Full costing
Per calcolare il full costing si fanno delle imputazioni di costi e si possono usare tre metodi, cioè tre tipologie di centri di costo:
- la logica gerarchica
- la logica funzionale
- la logica causale
bisogna inventarsi una base di ripartizione dei costi, cioè un fattore economico o tecnico che surroghi il consumo di costo; alcuni esempi di basi di ripartizione sono:
- ore di funzionamento della macchina
- costi diretti del personale
- metri quadri occupati
- numero di addetti
- ore di manutenzione
ad es scegliamo di imputare gli stipendi amministrativi in base al costo del personale diretto, l’illuminazione e il riscaldamento in base ai metri quadri occupati, la pubblicità in base ai ricavi, l’affitto in base ai metri quadri, gli altri costi in base alla somma dei costi industriali.
Si calcola il coefficiente di ripartizione e si moltiplica per la base.
come vedi la lavanderia è in utile e la tintoria in perdita, ma che ci fosse un risultato deludente della tintoria lo vedevamo gia’ con il margine industriale.
L’altra parte del grafico ti mostra un’altra visione sui costi, i costi di capacità;
I costi di capacità
i costi di qualsiasi azienda si possono dividere in
- fissi o
- variabili
Un costo è variabile quando aumenta o diminuisce al variare del volume di produzione e di vendita.
I costi delle
- materie prime o
- dei servizi o
- la provvigione di un agente sono costi variabili:
all’aumentare del fatturato, aumentano i costi variabili.
Un costo fisso è indipendente dal volume di produzione o di fatturato (almeno nel breve periodo) e costituisce un costo di capacità per l’azienda.
Quando l’imprenditore aggiunge costi fissi alla sua struttura aziendale, sta aumentando la sua capacità produttiva.
Un capannone aumenta la possibilità di produrre, come un macchinario o l’assunzione di una persona.
Questi costi si manifesteranno come ammortamenti, salari, affitti, costi di assicurazione etc…
Quindi sintetizzando abbiamo:
i costi variabili
variano al variare del volume di attività;
I costi fissi:
rimangono fissi (costanti) nella loro entità anche al variare, entro certi limiti, del volume di attività.
La suddivisione tra costi fissi e variabili ti serve perche’ puoi calcolare il
Margine di contribuzione
Ne ho parlato qui: Come usare il margine di contribuzione
e qui 14 modi per utilizzare il margine di contribuzione
e anche qui
Il margine di contribuzione indica quanto viene assorbito dei costi fissi attraverso ogni vendita in piu’ che viene fatta dall’azienda.
Attraverso il margine di contribuzione siamo in grado di calcolare il punto di pareggio dell’azienda, cioè il livello di fatturato che permette all’azienda di non subire perdite operative.
Facciamo un esempio.
Questo è il conto economico dell’Albergo Alpenjaeger.
Il margine di contribuzione è pari al 80,9% dei ricavi (nel 2007);
ogni 100 euro di ricavi, 80,9 euro servono per coprire i costi fissi;
una volta raggiunto il punto di pareggio 80,9 rappresenta l’utile marginale dell’azienda.
Il margine operativo nel 2007 è negativo.
Ogni 100 euro di fatturato l’azienda ne perde 2,6. C’è una bella differenza!!!
Se rimane una camera libera, l’albergatore sta perdendo il margine di contribuzione pari a 80,9.
Se l’albergatore avesse riempito un po’ di piu’ le camere i conti sarebbero migliori.
Ecco perche’ conviene fare le tariffe last minute….o applicare metodologie di yield management.
Il punto di pareggio funziona cosi’:
Dove
RO = REDDITO OPERATIVO
P X Q = PREZZO UNITARIO X QUANTITA’ = RICAVI TOTALI
CVuXQ= COSTO VARIABILE UNITARIO X QUANTITA’ = COSTI VARIABILI TOTALI
CF = COSTI FISSI
Quindi se noi vogliamo trovare la quantità di produzione e di vendita che rende RO = 0 ci basta risolvere per Q e troviamo:
Ad esempio nel nostro albergo che ha un prezzo per camera di 110 euro, un costo variabile unitario ( colazione, pulizie, lavaggi etc) di 20 euro e costi fissi per 646.420 euro abbiamo
Q= 646.420 /(110-20) = 7.182 Camere
L’albergo va in pari quando riesce a vendere almeno 7.182 camere;
se ne vende una in piu’ fa profitti; quale profitto?
Semplice, il margine di contribuzione, cioè 110-20=90
C’è un problema; molte aziende non conoscono i costi unitari dei propri prodotti, e a volte abbiamo bisogno di ricavarci il punto di pareggio da un bilancio.
Allora possiamo fare una piccola ( ma utile ) variante alla formula.
Dove
F= PXQ=Fatturato di pareggio
MDC%=Margine di contribuzione percentuale= MDCu/P
E ora siamo a cavallo, perché questi valori li abbiamo per qualsiasi azienda tutte le volte che riusciamo a riclassificare il conto economico a margine di contribuzione.
Ad es nel caso dell’Albergo abbiamo:
MDC %=110-20= 90/110 81,8%
COSTI FISSI= 646.420
e quindi il fatturato di pareggio in questo caso è
646.420/81,8%=790.244,50
Con la formula del punto di pareggio puoi sapere qual è il fatturato da raggiungere e addirittura costruire il budget di vendita
Di queste cose ne parlo in dettaglio nell’ebook
E adesso che conosci la contabilità industriale e i costi di capacità, possiamo affrontare il Budget: Ci vediamo alla prossima puntata…..
le prime due puntate della serie le trovi qui:
Guida al Controllo di gestione-1 parte
Guida al Controllo di gestione-2 parte la pianificazione strategica
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A questo punto ti auguro buon lavoro e ti aspetto nei prossimi articoli
Buona giornata e buon lavoro
Gli Ebook di impresaefficace.it
Se vuoi capire come fare un budget di vendita
qui puoi trovare come usare il margine di contribuzione
e infine qui impari a fare il rendiconto finanziario
e infine 10 piccoli indiani per capire il bilancio